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Buoni ma pochi spunti per un film che nel complesso risulta approssimativo, sfiorando la commedia senza mai far ridere davvero e il dramma personale restando però in superficie, senza nemmeno riuscire ad azzeccare i tempi giusti: un lunghissimo prologo di circa 17 minuti sulla vita di Bruno - un piccolo produttore cinematografico sull'orlo del fallimento professionale e privato - mi ha annoiato mentre aspettavo l'inizio del film vero. Avrei preferito sentire la sua storia attraverso un racconto più profondo e più diluito, che potesse anche spiegare le ragioni di questo fallimento. Buona l'idea di Moretti che adotta un punto di vista cinico per raccontare l'Italia di oggi, sempre in bilico tra Bruno, costretto a produrre un film su Berlusconi solo perché è la sua ultima chance di salvare la sua compagnia, e la giovane regista, idealista che che vuole fare un film su Berlusconi a qualunque costo. Nonostante questo, però, non è riuscito ad appassionarmi e quel che si salva alla fine sono le belle scene in cui Bruno "sogna" il film, quell'atmosfera onirica della favola a cui alcuni italiani si ostinano a credere.