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Paradise Lost (Penguin Classics) review

Posted : 13 years, 5 months ago on 23 November 2010 10:10

È un testo che indubbiamente arricchisce, anche solo per il fatto che ogni verso meriterebbe di essere citato per una riflessione a sé stante. La scena si apre con la caduta di Satana e dei suoi fedeli, che per aver troppo osato sono stati respinti con veemenza dalle potenze angeliche nei cupi meandri di quello che poi diventerà l'Inferno. In questa prima parte è la figura del Demonio a farla da padrone; la caratterizzazione che ne fa Milton è fantastica, ci viene presentato un Lucifero ardente del desiderio di vendetta, e tuttavia tristemente afflitto dalla sua condizione, e dalla sua stessa natura, che in seguito verrà sintetizzata con un'espressione dettata dai suoi tormenti che parla da sé: "Perché dovunque fugga è sempre inferno: sono io l'inferno". Sì, perché la figura eroica di Satana, presentato come il più fiero tra tutti i ribelli, colui il quale si staglia maestoso ed imponente tra la moltitudine pur nella sua nuova forma, che rivela il suo peccato e la sua sofferenza, ci appare talvolta come una creatura anche fragile oserei dire: conscio della sua inferiorità rispetto all'Onnipotente, e nonostante ciò impunemente fiero ed incapace di sottomettersi all'autorità di Dio; ammirato dallo splendore delle creazioni celesti, e tuttavia consapevole della sua impossibilità a poterle raggiungere o eguagliare, e quindi arso vivo internamente dall'odio e dall'invidia (prima di tentare Eva, infatti, saranno in successione queste le esatte emozioni da lui provate). I ribelli, dunque, si riuniscono in concilio per decidere quale dovrà essere il loro comportamento; Moloch opta per la vendetta furiosa, Belial per un tenue torpore nel luogo in cui sono precipitati, Mammone propone di creare un regno nell'Inferno; ma è Belzebù, dietro consiglio di Satana stesso, ad avere l'intuizione per una più sinuosa vendetta. Ovvero corrompere l'uomo, neofita del Paradiso, creato da Dio proprio dopo la caduta degli angeli ribelli. E dalla fuga di Satana dai cancelli infernali (coadiuvato da Colpa e Morte) fino al suo raggiungere il Paradiso la scena si sposta, e ci viene narrata la condizione di Adamo ed Eva all'interno dell'Eden e degli ammonimenti degli angeli sul non toccare il frutto dell'Albero della Conoscenza. Durante un elevato colloquio viene narrata ad Adamo, sotto forma di racconto, l'epica battaglia tra le forze celesti e quelle ribelli, guidate da Satana, e solo dopo un'estenuante lotta ricacciate nell'abisso dal Figlio di Dio. Ecco quindi che Satana prende possesso del corpo del serpente e tenta Eva, riuscendo nel suo scopo iniziale, e quindi macchiando per sempre l'uomo agli occhi di Dio. Verrà comunque concesso ad Adamo, prima di abbandonare il Paradiso per prendere possesso della Terra, il privilegio di assistere alla visione del futuro dell'umanità, da Caino e Abele fino al definitivo Giudizio Universale. Un assoluto capolavoro nelle sue tre fasi; ovvero il Male assoluto narrato nella prima parte, la totale innocenza e purezza della seconda, e l'innocenza corrotta della terza. Dodici libri che volano, e con temi così innumerevoli che toccarli tutti in una sola recensione è impossibile.


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